Dieta a base vegetaleomega 3 e salute
Come evitare possibili carenze nutrizionali in adulti, bambini e donne in gravidanza
Le maggiori organizzazioni nazionali e internazionali per la promozione della salute e della corretta alimentazione attribuiscono un ruolo fondamentale all’assunzione adeguata di acidi grassi essenziali quale condizione indispensabile per il benessere e il mantenimento dello stato di salute. Le quantità di grassi totali, la suddivisione nelle varie tipologie e l’indicazione di sostituire gli acidi grassi saturi con quelli monoinsaturi sono contenute nelle linee guida emanate dalla European Food Safety Agency (EFSA) e citate in diverse pubblicazioni
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) Omega-6 (ad es. Acido arachidonico (AA)) ed omega-3 (ad es. Acido eicosapentaenoico (EPA)) sono precursori di potenti molecole di segnalazione chiamate “eicosanoidi” che hanno ruoli importanti nella regolazione dell’infiammazione.In generale, gli eicosanoidi derivati dal PUFA n-6 sono proinfiammatori mentre gli eicosanoidi derivati dal PUFA n-3 sono antinfiammatori.I cambiamenti nella dieta negli ultimi decenni mostrano notevoli aumenti del rapporto omega 6: omega 3 (tra 10:1 e 20:1) ed in concomitanza sono aumentate anche molte malattie a base infiammatoria cronica come la malattia del fegato grasso non alcolico, le malattie cardiovascolari, l’obesità, le malattie infiammatorie intestinali (IBD), l’artrite reumatoide, il morbo di Alzheimer ed altre malattie neurodegenerative e psichiatriche come la depressione e non ultimo il cancro.
Bisogna tenere presente che in seguito all’aumento del consumo di oli vegetali associati alla dieta occidentale, il consumo di acidi grassi insaturi omega 6 è diventato progressivamente molto più elevato di quello di omega 3 (contenuti prevalentemente in pesce, semi ed olio di lino, semi di chia e noci) in tutte le diete.
La variazione del rapporto e l’aumento del consumo di omega 6 cambiano la produzione di importanti mediatori e regolatori dell’infiammazione e delle risposte immunitarie verso un profilo proinfiammatorio predisponendo ed esacerbando molte malattie infiammatorie croniche come quelle sopra nominate.
Ovviamente non daremo la colpa solo allo squilibrio nella composizione dei grassi che mangiamo, ma sicuramente diminuire il rapporto omega 6 : omega 3 nella dieta occidentale avrebbe un effetto positivo sull’incidenza delle malattie infiammatorie croniche: tale rapporto dovrebbe aggirarsi al massimo intorno a 4:1
Il fatto che nelle diete occidentali, comprese quelle a base vegetale, non è raro non raggiungere adeguate assunzioni di omega 3, soprattutto a fronte di un eccesso di apporto di omega 6 di cui sono ricchi sia gli alimenti animali che quelli vegetali, può essere ovviato attraverso la conoscenza ed introduzione quotidiana di alcuni accorgimenti: scopriremo insieme come soddisfare tale fabbisogno, mantenendo un apporto equilibrato di grassi.
Nella mia conferenza, parlerò di tutto questo con una particolare nota sulle donne in gravidanza ed in allattamento ed i bambini.