nutrire il pianeta senza mangiarlo
Agricoltura sostenibile, diminuzione degli sprechi ed alimentazione a base vegetale per un futuro sostenibile
Con la conferenza di Parigi sul clima (COP21) nel dicembre 2015 si è raggiunto il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, conosciuto come l’Accordo di Parigi, entrato in vigore nell’Unione Europea a Novembre 2016. Il tema principale di questo accordo è evitare i pericolosi cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale, intensificando le iniziative volte a ridurre le emissioni con il risultato di andare verso una società più giusta e sostenibile.
A dicembre 2018 viene pubblicato un rapporto dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (organismo delle Nazioni Unite che si occupa della ricerca scientifica sul cambiamento climatico) sugli impatti del riscaldamento globale ed emissioni globali di gas a effetto serra.
Per quello che riguarda il sistema alimentare globale il dato è significativo: le emissioni sono stimate pari al 21-37% delle emissioni totali nette di gas serra di origine antropica ed emerge l’urgenza di intensificare le pratiche di uso sostenibile del suolo e di promuovere diete che implichino un minor uso di risorse che di fatto coincidono con quelle che promuovono la nostra salute.
Per chiarire di quali diete parliamo ci può venire in aiuto la revisione 2018 delle raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro che oltre a consigliarci il mantenimento del peso forma e di un’attività fisica regolare, ci suggerisce di avere una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi oltre che la limitazione del consumo di carne, alcol, fast food, cibi raffinati e soprattutto bevande zuccherate (cibi ad “alta densità” energetica) e che non manca di evidenziare come i pattern alimentari che si basano prevalentemente sugli alimenti di origine vegetale rispetto a quelli che si basano sugli alimenti di origine animale, supportino uno sviluppo sostenibile e offrano benefici per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Il 3 febbraio 2021 è stato pubblicato anche il Food System Impacts on Biodiversity Loss, il nuovo rapporto di Chatham House, sostenuto dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e Compassion in World Farming, dove possiamo trovare indicazioni per una strada da percorrere se vogliamo salvare questa nostra amata Terra ed i suoi abitanti, affrontando i temi della sostenibilità alimentare, della salvaguardia degli habitat naturali e della biodiversità.
Si tratta di tematiche alle quali tengo molto e che sintetizzano il mio percorso di vita che è partito proprio dallo studio delle Scienze Naturali con la “vocazione” giovanile della salvaguardia della Terra fino ad arrivare a quello delle Scienze della Nutrizione Umana perfettamente consapevole dell’impatto che le scelte alimentari hanno sulla nostra salute e su quella del Pianeta: il punto è Nutrire il Pianeta senza Mangiarlo.
Oggi le indicazioni che troviamo nel rapporto della Chatham House parlano chiaramente della necessità di diminuire gli sprechi, diminuire il consumo eccessivo di calorie ed orientarsi verso un’alimentazione a base vegetale a minor impatto ambientale.
Di fatto la malnutrizione, sia sottoforma di sottoalimentazione che di iperalimentazione, a cui sono correlati obesità e le NCD ‘Non Communicable Diseases’ in genere, ovvero le malattie che non si contraggono con infezioni ma sono causate da stili di vita non corretti, colpisce miliardi di persone a livello globale e si accompagna ad importanti cambiamenti ambientali.
Nel rapporto di Chatham House si evidenzia inoltre che, negli ultimi 50 anni, la conversione degli ecosistemi naturali per la produzione agricola o il pascolo è stata la causa principale della preoccupante perdita di habitat e di biodiversità, ovvero della varietà di animali, piante, funghi e microorganismi su cui si basa l’equilibrio della Vita sulla Terra.
La Natura va protetta e l’agricoltura deve andare in una direzione di sostenibilità abbandonando il concetto di agricoltura intensiva ed in tal senso le nostre scelte alimentari e la relativa domanda di cibo giocano un ruolo determinante.
E’ il momento di prenderci “cura” di noi stessi e del pianeta, la nostra casa, facendo la spesa in modo consapevole, scegliendo cibo a basso impatto ambientale ovvero biologico e a km zero, prevalentemente a base vegetale, con un occhio agli sprechi alimentari, senza trascurare la bontà della nostra cucina che beneficerà dell’utilizzo di alimenti di qualità e del recupero di alimenti dimenticati (dai grani antichi, alle varietà locali di legumi fino ad arrivare alle erbe spontanee) di cui la tradizione mediterranea è ricca.
“I colori della salute” commento alla ricetta della Chef Orietta Di Lieto “Uovo in camicia in abito da sera”
Il nome che la chef Orietta Di Lieto ha dato a questo piatto esprime perfettamente la sua eleganza che mi colpisce immediatamente come il trionfo di colori…in fondo ci nutriamo anche di bellezza, ricordandoci che mangiare “colorato” vuol dire fornire all’organismo l’intero spettro dei pigmenti che possiedono una potente azione antiossidante specifica.
Essendo un’appassionata della riscoperta delle erbe spontanee partirei da un dettaglio che ha attirato la mia attenzione ovvero dalle sfere verde brillante fatte con l’estratto del Centocchio comune (Stellaria media della famiglia delle Caryophyllaceae) una tenera pianta erbacea che germina in autunno e che in primavera ci regala piccoli fiori bianchi a forma di stella che la rendono nota anche come stellina dei prati. Si tratta una pianta ricca di composti bioattivi che le conferiscono principalmente attività antiossidanti ed antinfiammatorie e che potremmo aggiungere ad un’ottima insalata mista che si accompagna benissimo a questo piatto.
Sempre guidata dal colore mi soffermo sull’arancio della zucca dovuto alla sua ricchezza in beta-carotene, carotenoide precursore della vitamina A fondamentale per la vista, per proteggere la pelle dall’invecchiamento e per il rafforzamento del sistema immunitario e poi sul rosso porpora della rapa rossa dovuto invece alla sua ricchezza in betanina, un pigmento utilizzato come colorante alimentare naturale con proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie; questo tubero è sicuramente conosciuto per i suoi effetti benefici sulla salute cardiovascolare e per la sua efficacia in caso di costipazione intestinale.
Arriviamo all’ingrediente principale di questo piatto ovvero l’uovo, alimento provvisto di un ottimo equilibrio dal punto di vista nutrizionale, ricco di proteine ad alto valore biologico, che però viene spesso demonizzato per l’alto quantitativo di colesterolo contenuto nel suo tuorlo. In realtà la ricerca scientifica attualmente assolve le uova dall’accusa di peggiorare il profilo lipidico ed, in alcuni casi, si parla addirittura di un miglioramento del profilo colesterolemico, consentendoci nell’ambito di una dieta variata ed equilibrata di gustare le nostre uova in serenità, scegliendole biologiche in quanto la produzione a carattere intensivo compromette il benessere degli animali e la qualità dell’alimento.
Da apprezzare infine l’arricchimento del piatto con erbe aromatiche (zafferano, origano, maggiorana e timo) e la preparazione del pane con farina integrale, perfettamente in linea con il consiglio di consumare cereali integrali ormai alla base delle linee guida alimentari internazionali comprese quelle del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro che parla nello specifico di consumare alimenti che forniscano almeno 30 g di fibra al giorno.
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